lunedì 6 agosto 2012

Sandro Bonvissuto, Dentro (Einaudi, 2012)


Dalla maturità all'infanzia: una storia a ritroso di un uomo. Una storia in tre capitoli, scritti in un italiano frizzante e godibile.

Partiamo dal presupposto che Sandro Bonvissuto sa scrivere, ha quello che Andrea Pinketts chiamerebbe "il senso della frase". Tuttavia, forse proprio come Pinketts, le trame risentono della felice prosa. Dalla storia in effetti ci si aspetterebbe di più, almeno quanto si legge nella quarta di copertina.
Un libro in tre parti, scollegate tra loro se non per la probabile origine autobiografica. Sia la lunghezza sia la potenza con cui coinvolgono il lettore sono decrescenti. (Bluesilk da Anobii.com)
E' vero, potrebbe essere letta come una storia a ritroso, ma non abbiamo nessun elemento né interno né esterno che possa farci pensare che si stia parlando dello stesso autore.
E questo lascia molto perplessi: romanzo o racconti brevi? Sicuramente dipende dal genere del romanzo di formazione (genere romanzo altrimenti detto 'Bildungsroman'), di cui è una versione à rebours.
Se poi vogliamo entrare nel merito delle storie, nessuna è particolarmente originale (in particolare la prima ambientata in carcere), tuttavia ci sono momenti di prosa lirica che rendono il tutto molto godibile.
Particolarmente accattivante l'immagine del dialogo del padre che insegna al figlio ad andare in bicicletta, squarcio giocato sul perfettamente bilanciamento fra racconto formativo/educativo a tratti lirico/riflessivo

e lo strappo cinico finale.
In definitiva un 'quasi' esordio positivo per un autore di nicchia che sarà chiamato adesso a conferme ben più significative. Da leggere, anche se non è un caposaldo.

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