lunedì 17 settembre 2012
L'egemonia sottoculturale
Ubicazione:
46100 Mantova MN, Italia
domenica 16 settembre 2012
Dove va la cultura europea?
Interventi di Cesare Segre e Zygmunt Bauman sulla sorte della cultura europea.
Gianfranco Contini
Dove va la cultura europea?
Relazione sulle cose di Ginevra
A cura di Luca Baranelli
Con un saggio di Daniele Giglioli
Presentazione dal sito di Quodlibet: «È ingenuità riunire un congresso sullo “spirito europeo” per poi consigliargli di espungere la politica dalla propria competenza. A meno che la cultura non pretenda di giungere al suo estremo della presa di coscienza per isolarsi e trovare nella propria giustificazione un alibi e un pretesto all’inazione. In senso peggiorativo, potrebbe ben darsi che questa fosse una definizione dell’Europa; e non è da escludere che essa sia questo scadimento (che è morale) d’una cultura a metodo scolastico. Se la reazione consiste nel frenare arbitrariamente lo sviluppo d’un processo dialettico, nel rifiutarsi alle deduzioni necessarie, sarà lecito senza peccato di demagogico vocabolario chiamare reazionaria una cultura che, giunta alla sua presa di coscienza, si rifiuti di convertirsi in azione».
Gianfranco Contini
Dove va la cultura europea?
Relazione sulle cose di Ginevra
A cura di Luca Baranelli
Con un saggio di Daniele Giglioli
Presentazione dal sito di Quodlibet: «È ingenuità riunire un congresso sullo “spirito europeo” per poi consigliargli di espungere la politica dalla propria competenza. A meno che la cultura non pretenda di giungere al suo estremo della presa di coscienza per isolarsi e trovare nella propria giustificazione un alibi e un pretesto all’inazione. In senso peggiorativo, potrebbe ben darsi che questa fosse una definizione dell’Europa; e non è da escludere che essa sia questo scadimento (che è morale) d’una cultura a metodo scolastico. Se la reazione consiste nel frenare arbitrariamente lo sviluppo d’un processo dialettico, nel rifiutarsi alle deduzioni necessarie, sarà lecito senza peccato di demagogico vocabolario chiamare reazionaria una cultura che, giunta alla sua presa di coscienza, si rifiuti di convertirsi in azione».
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